Cosa fare se…il bambino subisce un trauma ai denti?

Una caduta accidentale o un colpo ai denti durante il gioco è un evento che può capitare.
Spesso anche i bambini che presentano i denti superiori sporgenti sono più soggetti ai traumi degli incisivi superiori e per questo è fondamentale allineare e portare in una posizione corretta questi elementi dentali, per proteggerli!
Un trauma che coinvolge denti e labbra può provocare un notevole sanguinamento delle gengive, delle guance e della lingua, tagliate dai denti nell’impatto.
Niente panico! Tranquillizzate il bambino, pulitelo tamponando il sangue con garze sterili, o fazzoletti puliti e posizionate del ghiaccio esternamente per ridurre l’infiammazione.

Se sono visibili tagli che richiedono punti è necessario portare il piccolo in pronto soccorso e, successivamente, dall’odontoiatra di fiducia.

Se, invece, i denti colpiti si fossero rotti nell’impatto ed è possibile recuperare il pezzo rotto, immergerlo il prima possibile in fisiologica o latte fino al momento della visita con l’odontoiatra, nell’eventualità che possa rincollarlo, così da mantenerlo idratato.

In caso di traumi che coinvolgono gli incisivi da latte o i permanenti, il dentista esegue di prassi una radiografia endorale a bassissimo livello di radiazioni, per valutare l’entità della lesione.
Nel caso dei denti da latte la radiografia serve anche per controllare il delicato follicolo che lentamente darà origine al dente permanente, per verificare che non si sia compromesso lo sviluppo.
Se invece il dente è permanente, è possibile vedere la presenza di fratture della radice e il suo grado di maturazione.

In seguito all’intervento dell’odontoiatra bisogna mantenere un alto livello di igiene orale, spazzolare quindi i denti lesionati dopo ogni pasto con uno spazzolino morbido e utilizzare un collutorio alla clorexidina (0,12 %) da applicare tramite una garza solamente nel luogo del trauma (non fare sciacqui) per 2-3 volte al giorno per una settimana così da evitare l’accumulo di placca e di residui alimentari.
Consigliata una alimentazione soffice per 7-10 giorni.

Cosa fare se…si ha sensibilità ai denti?

È stato stimato che almeno metà della popolazione mondiale accusa una forte sensibilità ai denti.

Che cos’è?
E’ una sensazione dolorosa provocata da stimoli dolci, caldi, freddi o troppo acidi.

Ma perché succede?
Il dente è formato da diversi strati, quello più esterno è lo smalto, che ha il compito di proteggere la dentina sottostante, che a sua volta ricopre la polpa, ricca di vasi sanguigni e terminazioni nervose (all’interno dei tubuli dentinali), quindi molto sensibile ai cambiamenti di temperatura e alle sollecitazioni meccaniche.

Quali sono le cause?
Le cause possono essere date da una una o più recessioni gengivali (causate nella maggior parte dei casi da uno spazzolamento troppo forte), bruxismo statico o dinamico (e quindi abrasioni dello smalto), erosione dentale (per la presenza di sostanze acide nella bocca) o carie con interessamento dentinale.
Anche dentifrici aggressivi, ad esempio quelli venduti come sbiancanti, possono portare al consumo di sostanza dentale e quindi abrasioni.

Cosa si può fare?
Le terapie si differenziano, in base alla diffusione e alla gravità dell’ipersensibilità, in terapie professionali (da eseguire in studio) o domiciliari.

Le prime prevedono l’utilizzo di sostanze che portino ad un sigillo dei tubuli dentinali:
• a base di fluoro
• o di calcio
• resine e adesivi (se ipersensibilità specifica e localizzata),
• idrossinanoapatite
• laser terapia

Quelle domiciliari prevedono invece l’utilizzo di dentifrici e/o colluttori specifici per denti sensibili.
Come usarli:

• Praticare una corretta igiene orale
• Usare un dentifricio e\o collutorio specifico per i denti sensibili
• Evitare di spazzolare con eccessivo vigore o con una tecnica inadeguata e usare uno spazzolino morbido
• Diminuire il consumo di alimenti acidi che possono comportare l’usura dello smalto
• Evitare di digrignare i denti o serrarli durante il giorno (chiedere consiglio al proprio dentista sull’eventualità dell’uso di un byte)
• Andare regolarmente dal dentista/igienista dentale per sottoporsi a una pulizia professionale dei denti

Cosa fare se…devi sostituire molti denti persi nella tua bocca

Sono circa 19 milioni gli italiani over 40 che non possono vantare un sorriso a 32 denti: da una recente indagine condotta dalla Doxa per conto dell’Accademia italiana di odontoiatria protesica è infatti emerso che al 70% delle persone fra i 40 e i 75 anni, ne manca almeno uno.
Le cause della perdita sono tante: una disattenzione, un contatto vigoroso, una carie curata male o una parodontite cioè una malattia infiammatoria della gengiva e degli altri tessuti di sostegno del dente.
La buona notizia è che è sempre possibile recuperare la situazione, evitando problemi sia di tipo estetico sia funzionale, con conseguenze su masticazione e digestione.

Molti pazienti si chiedono quale sia effettivamente la soluzione più efficace per sostituire un dente mancante e ritrovare il sorriso. In effetti, sul mercato vi sono numerose riabilitazioni disponibili che spesso generano solo confusione e non danno una reale idea al paziente di quale sia la miglior strada da percorrere. Vediamo dunque come affrontare il problema analizzando tutte le evenienze.
La questione si scinde immediatamente, andando a differenziarsi in:
• Dente perso per cause traumatiche, quasi sempre viene perso un dente a seguito di un incidente,
• Dente perso non per cause traumatiche, se il dente perso si muoveva da tempo e aveva attorno la gengiva ritirata, probabilmente si tratta di parodontite.

Nel momento in cui il dente è stato perso, qual è la soluzione più idonea per ritrovare il sorriso?

Ponte (protesi parziale fissa)
Il ponte è una delle due possibili alternative terapeutiche in caso di dente mancante. Il suo inserimento prevede che vengano limati i denti adiacenti a quello mancante e che vengano posizionate tre capsule, in cui una di queste rimpiazzerà “il vuoto” lasciato dal dente perso.

Sicuramente il principale aspetto negativo di questa riabilitazione è che vengono limati denti adiacenti, e quindi di fatto rovinati. Ma tale protesi parziale fissa (fissa perchè non è possibile toglierla e rimetterla come una dentiera) è altamente consigliata quando:
• I denti adiacenti a quello mancante sono piuttosto danneggiati;
• Il paziente non ha molto osso disponibile per eseguire altri trattamenti;
• Il paziente è un accanito fumatore e non intende smettere o ha una scarsa igiene orale.

Impianto
L’impianto è un’altra possibile riabilitazione per un dente mancante. Esso consiste in una vera e propria vite al di sopra della quale verrà posizionata una corona artificiale.

Esso risulta particolarmente indicato qualora:
• I denti adiacenti siano sani (sarebbe un peccato rovinarli);
• Il supporto osseo è ottimo per qualità e quantità;
• Pur non avendo un buon supporto osseo, il paziente è disposto a eseguire terapie aggiuntive;
• Il paziente non fuma e ha un’ottima igiene orale.
Pur essendo un trattamento più costoso del ponte, l’impianto, se il paziente è idoneo a tale terapia, garantisce elevate prestazioni nel tempo senza consumare in alcun modo i denti adiacenti a quello mancante.

Cosa fare se…devi portare una protesi mobile (dentiera)

Le protesi dentali mobili sono apparecchi , appunto rimovibili, che possono essere utilizzati per sostituire o in parte o totalmente un’arcata dentale mancante. I denti sono realizzati in porcellana o resina e sono sostenuti da una base in resina acrilica.

Protesi dentali mobili totali
Sostituiscono i denti dove la mancanza di elementi è totale. Quelle tradizionali si appoggiano sulla gengiva e rimangono fisse grazie ad un effetto ventosa o con l’aiuto di una crema adesiva.

Protesi dentali mobili parziali
Sono denti sostitutivi progettati per inserirsi tra i restanti denti naturali sani.
Sono fissati ad una base in plastica di colore rosa-gengiva, che è ancorata ai denti naturali rimanenti con l’aiuto di un piccolo fermaglio, metallico o color della gengiva, nascosto in modo che le protesi mobili parziali siano ben fissate in bocca.
Ecco alcuni suggerimenti utili che possono guidarti attraverso un terreno inesplorato.
• Parlare. All’inizio, ti sembrerà difficile pronunciare certe parole, ma con la pratica, ossia leggendole e ripetendole più volte ad alta voce, la situazione migliorerà.
• Adattamento. La tua nuova dentiera può risultare scomoda per alcune settimane finché non ti ci abitui. Questa sensazione svanirà, datti tempo, come ogni cosa nuova…bisogna imparare!
• Se viene utilizzata una crema adesiva deve essere applicata e rimossa quotidianamente.
• Va pulita ogni pasto, come se fossero dei denti naturali, con ,la differenza che, potendola rimuovere, è ancora più semplice.
• Non è obbligatorio toglierla per la notte, ma se preferisce…si può!

Cosa fare se…hai mal di denti

Il mal di denti è un campanello d’allarme, un chiaro segnale d’allerta che dovrebbe indurre a chiedere l’intervento del dentista.

Come sappiamo, infatti, i tessuti dentali non possono guarire spontaneamente perché non godono di capacità rigenerativa.
Spesso il mal di denti viene banalizzato e in presenza di un’infezione in atto, il mal di denti finirà per accentuarsi sempre più, fino a divenire veramente.
Anche evitare il dentista soffocando un mal di denti patologico utilizzando antidolorifici non può che ingigantire il danno nel lungo termine, senza contare degli effetti che possono conseguire assumendo costantemente farmaci.

Ma cosa fare aspettando l’appuntamento dal dentista?
• Assumere, al bisogno, Ibuprofene, non più di 3 volte al giorno per massimo 3 giorni. In ogni caso, prima di assumere il farmaco, è consigliabile il parere del medico
• Lavare i denti con acqua tiepida, mai troppo calda od eccessivamente fredda. Gli stimoli termici possono infatti aggravare il mal di denti
• Lavare i denti molto bene, con spazzolino e presidi interdentali, quali filo o scovolino. Lasciare il cavo orale non igienizzato e con molti batteri può solo far progredire più velocemente la patologia cariosa.
• Evitare di assumere alimenti troppo caldi o ghiacciati: le temperature estreme potrebbero aggravare il mal di denti
• Se oltre al dolore si presentasse gonfiore e\o fuoriuscita di pus vicino ad un elemento dentale potrebbe essere necessario assumere l’antibiotico. In questo caso deve assolutamente consultare il medico\odontoiatra per la prescrizione del farmaco corretta e la posologia di assunzione.

Cosa fare se…hai i denti storti

I denti storti sono un disagio estetico non indifferente che tormenta molte persone, oltre a guastare il sorriso e a far precipitare l’autostima, i denti storti possono interferire anche sulla corretta masticazione e trasformare l’appuntamento con l’igiene orale quotidiana in un’impresa estremamente ardua e problematica.

E’ quindi un problema estetico, ma soprattutto di salute e funzione masticatoria. Vediamo perché:
• Problemi masticatori, hanno un effetto negativo anche sulla digestione degli alimenti
• Difficoltà a pulire accuratamente i denti perché ci sarà un accumulo di placca e tartaro maggiore e quindi maggior rischio di carie, gengiviti, piorrea, caduta dei denti
• Aumento del rischio di rottura ed usura dei denti
• Alterazioni dell’armonia del volto
• Difficoltà di linguaggio (rare)
• Difficoltà a chiudere correttamente le labbra e conseguente rischio di respirare attraverso la bocca, non permettendo, nei bambini, un corretto sviluppo dell’apparato respiratorio
• Dolori facciali, difetti posturali, acufene (ronzii alle orecchie) e mal di testa (sintomi generati da una malocclusione dentale grave)

Per porre rimedio ai denti storti, esistono numerosi modelli di apparecchi ortodontici, distinti in due macrocategorie:
• Apparecchi fissi: costituiti da piccoli attacchi metallici o del colore del dente (estetici) incollati su ciascun dente, legati l’uno all’altro mediante un archetto metallico che scorre in tutte le placchette, seguendo perfettamente l’arcata dentaria

• Apparecchi invisibili: si utilizza il sistema Invisalign, una moderna tecnica di trattamento ortodontico che consente di allineare i denti senza compromettere l’estetica.
Infatti l’apparecchio Invisalign è praticamente invisibile ed è rimovibile.

All’inizio del trattamento vi verranno consegnate un set di mascherine in base alla complessità del disallineamento e in totale autonomia ogni 7 o 10 giorni cambierete la mascherina in uso con una nuova e progressivamente i vostri denti si allineeranno.
Nel corso del trattamento si fisseranno una serie di controlli che avverranno ogni 8-10 settimane circa perché non c’è pericolo di avere urgenze o fastidi dati da fili metallici che pungono o attacchi, tipici dell’apparecchio classico, che si staccano e potrete andare in vacanza senza pensieri.
Infatti il sistema Invisalign offre un’alternativa molto attraente rispetto al classico apparecchio perché le mascherine sono:
pressoché invisibili quando indossate, come abbiamo detto riducono i classici fastidi associati all’ apparecchio tradizionale e sono semplici da utilizzare.
Permettono inoltre una normale pulizia dei denti, cosa generalmente molto complicata con il tradizionale apparecchio fisso.
Ad oggi l’evoluzione di questa moderna tecnologia di allineamento dentale ci permette di correggere qualsiasi tipo di disallineamento, lieve o grave che sia in maniera completamente invisibile e comoda.
Al termine di qualsiasi trattamento ortodontico sarà necessario utilizzare dei sistemi di contenzione che mantengano il risultato ottenuto, altrimenti la garanzia del risultato sarà impossibile.

Cosa fare se…hai i denti “gialli” e vuoi fare uno sbiancamento dentale

Perché i denti diventano gialli? La colpa, in molti casi, è da attribuirsi a caratteristiche genetiche sfavorevoli, al fumo, al passare del tempo e all’assunzione di cibi o bevande particolari, come caffè, liquirizia, tè e coloranti artificiali.
Per riportare il colore dei denti al bianco e alla luminosità di un tempo, è possibile scegliere tra diverse tipologie di trattamenti sbiancanti, rapidi e non invasivi.

Lo sbiancamento domiciliare è eseguito a casa dal paziente ed è molto semplice: verranno consegnato un gel a base di perossido di idrogeno e 2 mascherine create appositamente sull’impronta di precisione delle arcate dentarie, che si adatteranno perfettamente ai denti del paziente. Dovranno essere indossate durante la notte avendo cura di riempirle di gel sbiancante ogni sera prima di coricarsi; dopo 10-14 giorni di trattamento i denti saranno visibilmente più chiari e il paziente potrà scegliere in base ai desideri personali se continuare con lo sbiancamento o sospendere il trattamento perchè ritiene di aver raggiunto il risultato desiderato.
Lo sbiancamento professionale è una metodica attuabile esclusivamente presso lo studio odontoiatrico: verrà applicata una protezione sulle gengive, per evitare che entrino in contatto con l’agente sbiancante e, successivamente, il gel sbiancante sui denti. Il gel verrà attivato con un’apposita luce e al termine della seduta il colore dei denti risulterà visibilmente più chiaro. Per quanto più veloce rispetto al trattamento domiciliare, questo metodo risulta meno predicibile e impossibile da adattare alle singole necessità di un paziente.
Studi scientifici dimostrano che il principio attivo usato per sbiancare i denti non attua alcun cambiamento nè sulla durezza dello smalto nè sulla struttura dei denti.
In ogni caso è sconsigliata la ripetizione troppo frequente del trattamento, è preferibile passi almeno 1 anno tra una seduta e l’altra.

Cosa fare se…sanguinano le gengive

Le gengive sane non sanguinano, quindi non è normale vedere del sangue quando ti lavi i denti o usi il filo interdentale. Potrebbe essere infatti uno dei primi segnali di disturbo gengivale.
Sono numerose le possibili cause legate al sanguinamento delle gengive: non corrette abitudini di igiene orale, lavarsi i denti troppo energicamente o non abbastanza, o l’assunzione di determinati medicinali.

Spesso, tuttavia, il sanguinamento delle gengive può essere provocato dall’accumulo di placca batterica sulle superfici dei denti e negli spazi interdentali. A meno che non vengano rimossi (di solito con lo spazzolino) questi batteri possono irritare ed infiammare le gengive, causando il sanguinamento gengivale.

Ecco sei semplici gesti che puoi inserire nelle tue abitudini di igiene orale quotidiana per ridurre il rischio di sanguinamento gengivale:
• Lavati i denti per due minuti dopo ogni pasto o almeno due volte al giorno, meglio se usando un dentifricio al fluoro specifico per le gengive delicate.
• Assicurati di pulire ogni angolo della bocca ogni volta che ti lavi i denti, comprese le zone difficili da raggiungere come quelle fra i denti. Esegui uno spazzolamento metodico nella bocca, agendo sulle superfici interne ed esterne di tutti i denti (superiori e inferiori) oltre che sulle superfici per la masticazione. Puoi anche chiedere al tuo dentista qual è il modo migliore di lavarsi i denti.
• Quando si effettua una pulizia dei denti, è meglio non agire con forza. Infatti, uno spazzolamento energico o eccessivo, o l’uso di uno spazzolino usurato, può danneggiare lo smalto dei denti o le gengive, quindi spazzolateli con cautela. Si raccomanda inoltre di sostituire lo spazzolino ogni tre mesi.
• Effettua un movimento circolare o ellittico e inclina lo spazzolino verso il basso con un angolo di 45° con le gengive. In questo modo si agevola la pulizia del bordo gengivale (il punto in cui la gengiva incontra il dente). Per le superfici interne dei denti, inclina lo spazzolino verticalmente e usa la parte anteriore per movimenti brevi e circolari.
• Il bordo gengivale può essere sensibile all’accumulo di placca batterica dannosa. Fai particolare attenzione a rimuovere la placca da quest’area oltre che dagli spazi interdentali: insieme all’uso regolare del filo o di spazzolini interdentali, può aiutarti a controllare l’accumulo della placca.
• Una buona igiene orale non riguarda solo i denti e le gengive. Anche spazzolare delicatamente la lingua può aiutare a rinfrescare l’alito e a pulire la bocca rimuovendo i batteri.

La visita dal dentista è fondamentale per registrare quella che si chiama “anamnesi”, che lo aiuta a farsi un quadro del tuo stato di salute e dei fattori di rischio e, infine, a fare una diagnosi.
Se il tuo dentista diagnostica una gengivite o, peggio, parodontite, può suggerirti di sottoporti a una pulizia dentale professionale con eliminazione del tartaro e lucidatura. Può essere effettuata dal dentista o da un igienista dentale, ed è ideata per rimuovere gli accumuli di placca batterica per farti avere denti davvero puliti.
Il dentista o l’igienista dentale possono anche darti consigli su come trattare e prevenire i disturbi gengivali a casa.
Se hai una gengivite grave, il dentista può consigliarti un breve trattamento con un collutorio a base di clorexidina per aiutare a tenere il disturbo gengivale sotto controllo. La clorexidina ha una doppia azione, è antibatterica e crea uno scudo protettivo per respingere i batteri.

In ogni caso i controlli semestrali da dentista, in aggiunta alla seduta di igiene orale professionale e ad un’ottima igiene orale domiciliare sono la giusta combinazione per prevenire problemi a denti e gengive.

Cosa fare se…devi scegliere lo spazzolino, elettrico o manuale?

Ti stai chiedendo se lo spazzolino elettrico ad alta tecnologia esposto nello studio dentistico è realmente più efficace degli spazzolini normali?

Sono tre i tipi di spazzolini disponibili sul mercato sono elettrico ricaricabile (incluso il sonico), manuale tradizionale e a batteria.
Spazzolino elettrico ricaricabile: La categoria degli spazzolini elettrici ricaricabili, detti anche “spazzolini alimentati”, include quegli spazzolini che vengono messi in carica su una base collegata alla presa elettrica e per i quali si conserva il manico e si sostituiscono le testine ogni tre mesi. Questi spazzolini differiscono da tutti gli altri per la tecnologia di spazzolamento utilizzata, ovvero oscillante e rotante (azione di pulizia 3D) o sonica.
Spazzolini manuali tradizionali: La categoria degli spazzolini tradizionali include invece gli spazzolini di base, che probabilmente utilizzi abitualmente, con il manico di plastica e una testina che si differenzia per i vari modelli di setole di nylon. Si tratta della tipologia di spazzolino più comune, che non richiede alcuna sorgente elettrica.
Spazzolini alimentati a batteria: Questa categoria è adatta a chi desidera uno spazzolino alimentato, ma non gradisce gli spazzolini elettrici. Come per gli spazzolini elettrici, anche questi vengono spesso chiamati “spazzolini alimentati”, dal momento che utilizzano una batteria AA. Sebbene somiglino nella forma ad uno spazzolino manuale tradizionale, gli spazzolini alimentati a batteria si caratterizzano per la vibrazione che ne aumenta l’efficacia pulente.

La tecnica corretta di spazzolamento varia in funzione del tipo di spazzolino usato. Sia gli spazzolini manuali tradizionali che quelli a batteria lasciano a voi il compito di eseguire la maggior parte del movimento di spazzolamento, muovendo lo spazzolino avanti e dietro e su tutti i lati dei denti e delle gengive. Al contrario, gli spazzolini elettrici ricaricabili fanno quasi tutto da soli, lasciando all’utilizzatore solo il compito di spostarli sulle superfici dei denti. Chi approda a questo sistema di spazzolamento, lo trova molto più facile.
Gli spazzolini elettrici ricaricabili generalmente costano un po’ di più dei normali spazzolini manuali tradizionali o a batteria. Considerate che offrono maggiori vantaggi per la salute e sono più ricchi di funzioni. Gli spazzolini manuali tradizionali sono quelli più economici e vengono venduti sia in confezioni multiple che singolarmente. Gli spazzolini a batteria costano generalmente qualche euro in più degli spazzolini manuali tradizionali.

La tecnologia al servizio dei pazienti